sabato 30 aprile 2011

Memorie dall'oceano


"Vedere" la vita.

Starmene davanti a uno schermo a guardare immagini di una vita vissuta da qualcun altro, una vita alla quale non posso partecipare, ma che vedo, come quasi fossi una presenza irreale, un'evanescenza, un fantasma.

Toccare senza le mani, annusare senza il naso, udire senza le orecchie, gustare senza la bocca. Solo guardare e parlare.

Ci sono e non ci sono allo stesso tempo, vedere e non partecipare, come uno spettatore in un teatro, un protagonista sul palco al quale manca un interlocutore, esiste solo il gobbo, il quale suggerisce le battute a un attore che non c'è; e lo spettatore vorrebbe prestare il suo corpo per sopperire alla mancanza fisica dell'altro su quel palco, ma non lo può fare. L'impotenza dello spettatore.

E continuo a pensare, come sarebbe, vorrei essere parte di quella recita, come sarebbe, poter toccare, annusare, assaporare, come sarebbe, "SE".

Solo pochi attimi d'incostanza.

Tutto ciò è Skype.

mercoledì 2 febbraio 2011

Noi siamo i giovani (con i blue jeans)

dal sito http://www.governodeigiovani.it/


http://www.governodeigiovani.it/introduzione.aspx :

"Prefazione del presidente Berlusconi

Il ministro Giorgia Meloni è sempre una fucina di idee e di iniziative. Questo bel volume dal titolo azzeccatissimo ("Il Governo dei giovani") rispecchia appieno l'impostazione programmatica del mio Governo, che lavora dal primo giorno per garantire un solido futuro alle nuove generazioni nate dopo la fine della Guerra Fredda e quindi libere da ogni retaggio ideologico.

Le riforme che abbiamo fatto nei primi due anni di legislatura - scuola e welfare in testa - dimostrano che noi stiamo onorando il Patto con i giovani, nella consapevolezza che la scuola è il muro maestro su cui edificare il futuro del Paese e non, com'è spesso accaduto finora, un'area di parcheggio in cui svilire le energie dei ragazzi.

Abbiamo voltato pagina portando nella scuola la "rivoluzione del merito" dopo gli anni della controrivoluzione sessantottina. Noi vogliamo fornire a tutti le stesse opportunità di partenza e consentire a ciascuno di dare il meglio di sé in una competizione in grado di far emergere le eccellenze.

L'imperativo, in questo senso, è preparare i giovani di oggi ai mercati del lavoro di domani ricomponendo la frattura fra istruzione e mondo del lavoro. Ma non solo. Fra le misure anticrisi del Governo hanno un posto di rilievo il "piano casa", il sostegno ai precari e i prestiti d'onore a chi si mette in gioco aprendo una nuova impresa.

Io che mi sento ancora un ragazzo dico ai giovani, da queste pagine, di rischiare, di mettersi in gioco insieme a me e al mio governo che opera ogni giorno per superare il gap che esiste ancora con gli altri Paesi industrializzati, e per svecchiare uno Stato e una società che hanno reso la vita difficile alle nuove generazioni.

Noi a differenza della sinistra, non chiamiamo "bamboccioni" i nostri giovani (grassetto mio, ndr). Non diamo loro colpe che non hanno. Perché sappiamo che solo migliorando l'accesso a una formazione di qualità e a un lavoro che premi il merito, l'accesso al credito e il diritto alla casa, costruiremo quelle indispensabili condizioni di vita che permettano alle ragazze e ai ragazzi di essere autonomi e indipendenti prima dei trent'anni.

Silvio Berlusconi
Presidente del Consiglio"


http://www.governodeigiovani.it/ :

"Giovani Protagonisti: i vincitori

Sono disponibili gli esiti dei lavori delle Commissioni di valutazione dei progetti relativi al "Bando di concorso Giovani Protagonisti", un'iniziativa del Dipartimento della Gioventù, resa possibile attraverso il Fondo delle Politiche giovanili.

Obiettivo del concorso, rivolto a giovani fino ai 35 anni (grassetto mio, ndr), promuovere progetti volti a sostenere la creatività ed il protagonismo giovanile, sviluppare la cultura del merito e dell'eccellenza tra le giovani generazioni e incoraggiare la partecipazione attiva alla vita sociale, culturale ed economica della comunità."


...
Ora, va bene la flessibilizzazione del lavoro, va bene l'insicurezza, va bene la crisi economica, ma se a 35 anni mi definisco ancora giovane, non tanto per la vecchiaia, quanto per tutte le cose che la parola giovane porta con sè (disponibilità a cercare un lavoro, a muoversi, essere incerto per il corso che prenderà la vita perchè tanto c'è tempo, disposto a costruire il proprio futuro), allora potrei definire mezza età il periodo che va dai 50 ai 60 anni, no?

Ai posteri l'ardua sentenza.

M.

sabato 4 dicembre 2010

Mi piace - Commenta (sottotitolo: altri modi per usare Facebook)


Fred Angooria (io, ndr):

Ma io mi chiedo, che interesse ha un governo a rovinare il proprio paese? È questo che non capisco.

Flavia De Camillis:

È l'interesse direttamente proporzionale ad ingrassare le proprie tasche, a fare il proprio interesse, a tirar su cittadini sempre più ignoranti che non si lamentano, che guardano il grande fratello e si informano con striscia la notizia perché i telegiornali sono noiosi

La Joe:

rovinando il paese si riempiono le tasche, e tanto poi non saranno qui per vedere i veri effetti disatrosi, vista la loro non più giovane età.
Un po' come uno che abbatte l'intero albero per raccogliere le mele, ma sa che tanto non ci sarà per il prossimo raccolto quindi che gli frega.
è la mancanza di lungimiranza, unita all'egoismo e all'avidità = hanno l'interesse di fare i propri interessi.
Io mi chiedo..che interesse ha una popolazione a farsi governare da un governo il cui interesse è rovinare il proprio paese? perchè in fondo questi soggetti sono stati scelti dal popolo italiano, che continua per lo più ad appoggiarli o a non fare niente per scacciarli via...

Flavia De Camillis:

Ma perché al popolo italiano non gliene può fregare di meno!
A quanti interessa oggi, adesso, della riforma dell'istruzione?a quanti della finanziaria, del decreto sulla sicurezza ecc? quanti tra gli studenti si sono letti la riforma e si so...no interessati attivamente? Se non lo facciamo noi, che siamo i primi coinvolti, cosa gliene può fregare ad un operaio o ad un impiegato? e quindi... gli italiani sono più lungimiranti di chi li governa? evidentemente no. il problema degli italiani è che pensano ad oggi, a portarsi a casa la giornata, al pezzo di pane x cena e si dimenticano del futuro, fottendosene di figli e nipoti (a mio personalissimo avviso)

Stefano Esposito:

sai che anche io mi son chiesto la stessa cosa stasera? In fondo un governo ha bisogno di consenso, e cosa c'è di meglio del consenso di milioni di studenti e dei lavoratori del settore dell'educazione? Però tieni presente che il centro-destra sa che quel bacino elettorale non lo conquisterà mai, e quindi può colpirlo, mica son scemi (insomma...). Della tenuta dell'Italia nel lungo periodo, del futuro del sistema produttivo, si interessa poco, intanto il suo obiettivo è tagliare, non affondare, e non toccare gli interessi che lo sostengono. La sinistra farebbe lo stesso solo su altri settori.
Flavia sono d'accordo, anche io sono convinto che la maggioranza se ne frega. Però ho notato che tendiamo a dimenticarci che noi siamo privilegiati, abbiamo ancora tempo e testa di poter leggere, informarci e pensare a certe cose. Stasera ad annozero hanno documentato la vita di molti operai Fiat, 8 ore di lavoro, mezz'ora di pausa, 4 ore di viaggio casa-lavoro. E come loro milioni di altri operai in altri settori. Non riesco proprio a sentirmi arrabbiato con loro se non si interessano e si informano su ciò che succede :( è un sistema trappola che da decenni ha innescato questo circolo vizioso.

La Joe:

proprio perchè provano certe cose sulla loro stessa pelle dovrebbe interessare a loro più che a tanti altri. Di certo al manager col macchinone non interessa.
Oltre che sicuramente loro più di noi privilegiati possono capire com'è.
Tanti diritti che oggigiorno diamo per scontati, da chi sono stati ottenuti? proprio dagli operai e compagnia bella. ora ci si sta facendo togliere pure quelli, senza battere ciglio.
Non solo non si va avanti, ma neanche si sta fermi. si va addirittura indietro. povero mondo..

Fred Angooria:

Posto che siamo bene o male tutti d'accordo (credo) sul fatto che questo stato di cose non vada bene; posto che la "democrazia" italiana non funziona, per lo meno non come abbiamo noi in testa l'idea di democrazie, o come ce l'ho io, cioè un governo del popolo sul popolo, fatto tramite rappresentanti che non portano avanti interessi propri; posto che allora questa realtà ci riempie di bile ogni giorno che passa, per i motivi più svariati, dall'istruzione, all'economia, alla giustizia, al buon governo, al rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo; allora vi propongo una cosa che mi chiedo da quando ero in giovine età: c'è un modo per scardinare questo sistema senza fare male a qualcuno? "Qualcuno era comunista" come diceva il buon Gaber: quando io mi interessavo a certi argomenti il punto che su tutti mi convinceva di meno era la lotta armata. Per mio convincimento, ripudio ogni forma di violenza e, proprio perchè so per certo che l'uomo in quanto tale non potrà mai fare a meno dei propri istinti, spero di essere giudicato nel caso in cui la violenza dovesse partire da me. Il problema sorge nel momento in cui altra soluzione non c'è. È come se torturassero uno dei nostri cari davanti ai nostri occhi. Cosa facciamo? Non facciamo nulla? Non alziamo le mani per fermare l'ingiustizia? Tralasciando il fatto che l'inerzia è esattamente quello che sta facendo la maggior parte del popolo italiano (consapevole o meno), purtroppo non ho ancora trovato nella mia testa una risposta alternativa alla violenza che possa scalfire i poteri organizzati (economici) in modo ragionevole. Se me ne proponete un altro efficace, ditemelo, vi prego.

Fred Angooria:

Uno strumento a cui sto pensando da tempo è la rete, mezzo efficace (e ahimè sempre più unico) per mobilitare le persone, tramite la quale si potrebbe organizzare un bel annullamento di massa del voto, in periodo di elezioni. Ma questo non ...è che uno degli ultimi tasselli da inserire in un mosaico ben più grande, che dev'essere messo quando sia ormai completo: e cioè la costruzione di un nuovo ordine che si occupi realmente dei problemi della gente, di una forma di governo che scelga le persone in base alla loro sincerità, alla loro capacità di occuparsi degli altri in maniera efficace e che elimini una volta per tutte lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, perchè finchè ci sarà questo non potremo mai parlare di democrazia. Ma come al solito ci rifugeremo nel "beh, io ho i miei problemi, lo farà qualcun altro", cosicchè il mondo non cambierà mai. A guardare bene non è la forma di governo che fa la differenza... il problema è l'uomo!!

Stefano Esposito:

Lo strumento è importante è sicuramente passa per la rete! Ed è necessario per metterci insieme, fare una diagnosi chiara e trovare le soluzioni possibili. Secondo me non è cosi facile come sembra perchè è tutto concatenato: tocchi le regole sul lavoro e devi toccare tutto il resto...il problema è che qualsiasi cosa si voglia fare c'è l'ostacolo (in questo caso è tale) dell'interdipendenza col resto del mondo. Bisognerebbe almeno agire a livello europeo in modo unitario...esempio banale, condizioni di lavoro: vogliamo una società in cui non si debba vivere per lavorare, e quindi tarata su, ad esempio 6 ore lavorative massime? Cambiare il sistema solo in Italia ci porterebbe alla rovina, dovrebbe farlo tutta l'Europa e usare tutte le armi (pacifiche) di ricatto possibili per imporre lo stesso standard al resto del mondo. Se invece ci accontentiamo di cambiamenti meno radicali ma comunque efficaci, basta studiare i sistemi scandinavi e adattarli al nostro paese! :D

Fred Angooria:

campanilista che non sei altro :P
ma il problema sta proprio nella gestione... intanto non credo che ancora siamo pronti (noi Stati Membri) per un'unione così forte da abbracciare anche la gestione dello Stato, nonostante a me non dispiacer...ebbe per certi versi un'Europa federale, e poi ho paura che anche un federalismo non basterebbe per risolvere i problemi dell'Italia, perchè è vero che siamo collegati al sistema internazionale, ma fino a un certo punto! L'autarchia è sicuramente un'eventualità impossibile, ma quanto ai problemi seri che affliggono il nostro paese, non abbiamo seria indignazione dalla comunità mondiale, se non altro perchè anche loro hanno i loro panni sporchi. Ma la questione è un'altra: il primo passo da fare è risvegliare le coscienze dei nostri connazionali e fargli capire che dobbiamo rovesciare questo sistema, con un modello che non permetta un'oligarchia come quella presente, con dei sacrifici che dovranno essere affrontati e decidendo se è meglio un accentramento del potere o una sua diffusione, così da meglio gestire le realtà locali! Io non sono contrario a un eventuale federalismo, ovviamente fatto bene, non alla boia, come vorrebbe propinarci il paralitico al governo.
L'Europa è fatta da noi! È da noi che deve partire l'iniziativa! :)

La Joe:

penso che il dramma sia "la mentalità" che hanno ormai la maggior parte degli italiani, o gran parte di essi. L'italiano medio, ha lo stesso atteggiamento e lo stesso modo di fare dei politici. Solo più in piccolo.
La regola del "se posso sbanfo e a posto io a posto tutti e me ne frego" è molto radicata in moltissime persone. Più la maleducazione sempre più imperante che ha fatto il resto.
Una volta si scioperava, pur pagando delle conseguenze molto care. Ma c'era un senso di "responsabilità collettiva" che spingeva a farlo, e c'erano dei valori che erano stati insegnati alle persone tipo rispetto e dignità ecc.
Ora questo non c'è più. Mi ricordo bene, quando ero lavoratrice prima di studiare. C'erano gli scioperi magari per protestare contro la domenica lavorativa obbligatoria...e la gente ragionava "tanto a me mancano 3 anni alla pensione, che mi frega" oppure "ma se sciopero poi il capo se la prende e alla cena aziendale non ricevo il regalino. La domenica mi darò malato e chi se ne frega" passando per i banalissimi cafoni che saltano la fila al supermercato, o si fregano i grissini al ristorante. L'atteggiamento è "penso a me stesso e arraffo tutto quel che posso. gli altri e il dopo non importa". Unito a uno squilibrio generale dei valori che non si sa dove sono finiti. Avendo lavorato 3 anni in ufficio rate l'ho visto bene...la gente non arriva a fine mese, ma fa 52 rate per comprare la playstation o l'i-phone. Non si compra la lavatrice perchè sono poveri, a 45anni portano ancora dalla mamma a lavare, ma fanno 80 rate per la tv lcd. Mangiano pane e acqua, ma si comprano le scarpe di prada o la cintura d&g. Questo è quello che è importante per quasi tutti, avere queste stupide cose a tutti i costi...
Stefano scusa se ti contraddico, ma prima di fare un cambiamento europeo, è forse l'Italia (insieme ad altri stati) che dovrebbe raggiungere l'europa. Se vai in Germania o in Gran Bretagna gli orari migliori al lavoro ce li hanno già. così come gli stipendi, i controlli sulla sicurezza, il rispettare i riposi, e delle pensioni decenti. I week end sono sacri. E se fai bene il tuo lavoro non gliene frega a nessuno se hai 100piercing o tatuaggi. Se lavori male se ne fregano se il capo è tuo zio o tuo nonno ecc.
Prova a parlare a un qualunque tedesco di evasione fiscale, e ti guarderà scandalizzato. Per loro non è proprio una cosa concepibile (e i numeri lo dimostrano) . Il loro concetto è che è un valore morale pagare le tasse perchè tu ti privi di una cifra x (e neanche qui le tasse sono proprio poche), ma tutti te compreso ricevono poi indietro una cifra Y ben più alta, sottoforma di servizi,sussidi e quant’altro.
Visto che ci sono già riusciti certi Paesi, sembrano tutte cose possibili...

Per la risposta non violenta servirebbe che la gente si svegliasse, e iniziasse a guardare un po' più in la del suo naso. La rete può funzionare benissimo per far circolare informazioni e proposte, ma se nessuno ha voglia di raccoglierle e metterle in pratica...c'è poco da fare... :o(

Stefano Esposito:

Infatti dicevo proprio questo, forse non era chiaro. Una cosa sono cambiamenti radicali come quelli a cui immagino accennavamo un po' tutti inizialmente (rivedere il funzionamento della democrazia, la distribuzione di potere nella società, ripensare il concetto di crescita basata sul consumo, etc): queste cose si possono cambiare solo agendo a livello unitario, almeno Europeo, perchè son problemi presenti anche nei paesi che apparentemente funzionano benissimo, Svezia e Germania in primis. Però si tratta di una serie di riforme molto radicali e, al momento, inverosimili
Se invece parliamo di miglioramenti realisticamente realizzabili da subito, allora certo come dicevo in Europa abbiamo già i modelli migliori del mondo, basta copiarli e adattarli. Io ho parlato con dei norvegesi del problema dell'evasione fiscale, e hanno detto le identiche cose che hai riferito tu riguardo i tedeschi. Ancora peggio, lì tutti i redditi sono online e pubblici.
Dunque il problema è studiare un modo di far funzionare certi meccanismi in un contesto (in)civile come quello italiano, e in cui la maggioranza delle persone non ha nè il tempo, nè la voglia, nè le capacità di comprendere il mondo intorno a sè, e pensa solo nel brevissimo periodo.

Le storie che citi tu sul ricorso ai finanziamenti sono esemplari, anche io resto scioccato quando persone di mia conoscenza si lamentano di tasse o altri costi essenziali (scuola, libri, cibo) e intanto rateizzato l'acquisto di oggetti tecnologici inutili. E infatti con la crisi a calare sono stati consumi per generi primari e cultura, mentre le vendite del settore tecnologico hanno subito meno. Ma queste son problemi che non sono solo italiani (pensiamo agli USA...la società del debito), e rimandano al primo set di problemi secondo me, quelli più radicali: il consumo che da obiettivo da raggiungere si è trasformato in elemento di ricatto di questa economia assurda.

La Joe:

richtig!
(( era per dire che se il consumo può essere usato come ricatto, è solo colpa delle persone stesse che vengono ricattate, vista la loro visione e percezione delle cose (vedi esempio dei finanziamenti). Fino a non molto tempo fà c'erano delle priorità diverse, e anche per questo (secondo me) la gente era meno dormiente, più attiva, e meno ricattabile.
Ora la scala di certi valori (non ho ancora capito perchè nè quando e come) è tutta sballata..altro che Escher.. ))

La Joe:

P.S. Fred...io cmq avrei 2 soluzioni non violente
1) farmi eleggere imperatrice del mondo
2) bisognerebbe emigrare tutti in massa dall'Italia. lasciarla vuota. Così che silvio e i suoi amici non hanno + nessuno di cui aprofittarsi. Quan...do sono crepati o emigrati, tornare tutti (ed eleggermi imperatrice del mondo) :oP ^__^

Fred Angooria:

La Joe, ma se dobbiamo convincere tutti a andarsene dall'Italia, non è più facile se li convinciamo a mettere "una fetta di salame nella scheda elettorale e scrivere " (cit. Elio e le storie tese)? così 1) non sprechiamo ...i soldi del biglietto 2) quei soldi del biglietto li usciamo per rimettere a posto lo Stato 3) finalmente abbiamo un progetto di ridisegnare l'Italia 4) poi possiamo anche farti imperatrice del mondo :)

Ragazzi, son contento che ci sia gente come voi, solo che questa conversazione sarebbe molto più bella se partecipasse un sacco di gente!

p.s. posso mettere tutto ciò sul mio blog? :)

martedì 13 luglio 2010

1:48


Mi ritrovo, come al solito a non far nulla.
Vita al computer non vuol dir altro che collegarmi ai soliti due siti: Youtube e Facebook.
A cosa mi servono? Sono attaccato a questo schermo, molto spesso. Non lo uso come farebbe un altro essere senziente, quale mi giudico. Youtube. Il mondo dei video. Più di tutte mi attira la musica, ma ho appena finito di Guardare Carmelo Bene. Forse è per questo che sto scrivendo. Ma come ogni volta, nonostante Claire de Lune di Debussy nelle orecchie, mi sembra di stare scrivendo parole inutili. Come ogni volta che apro questo blog, mi fermo e mi chiedo: ma a chi sto scrivendo? Come ogni volta penso che magari qualcuno questo blog lo leggerà. Che senso ha scrivere su un blog? Ennesima cosa che Mattia Massa fa perchè lo fanno tutti gli altri. Mi sembra di essere una macedonia, un'accozzaglia di altre identità, di pezzetti di altri e non costruire niente di mio. Ma alla fine anche l'emulazione porta a rielaborazione, no? Dato che è impossibile riprodurre perfettamente l'originale. E Mattia Massa crede di prendere un pezzetto di tutte le persone che incontra nella sua giornata, di tutti quelli che incontra su Facebook, di tutti i contatti che ha e dei quali non se ne fa nulla, perchè tanto poi mica li contatta. E allora a cosa gli servono? Perchè si accanisce a voler copiare gli altri? Il pensiero che gli continua a ronzare nella testa è "stai scrivendo aria fritta solo per il gusto di fare quello che vedi spesso fatto su questi pixel." Ma non sarebbe meglio PARLARE con le persone? Un mio amico si ricorda di quando si andava a casa delle persone senza avvisarle, perchè ancora non c'era il telefonino. C'è un che di romantico, è vero. Sarà anche la tecnologia che ha contribuito a rendermi così ameba. Così inutile che mi ritrovo a scrivere qui.

Ricetta per una vita perfetta:
- trovare la sfera di cristallo che sa dirti qual'è il campo in cui ti devi sviluppare.
- avere voglia di vivere, di cambiare, di dare il massimo, di non credere che è già stato fatto tutto.
- sorridere.

Ecco, io il terzo ingrediente ce l'ho, sono gli altri due che mi mancano. Conoscete per caso un supermercato affidabile dove posso trovarli?

Come andrà a finire questo post ("post"... non esiste una parola italiana? "Pubblicazione"? "Articolo"?), se non in una bozza scritta e non pubblicata, come tutte le sante volte?

Io e il non io, Casmelo Bene capiva qualcosa, nei suoi ultimi anni di vita. A cosa serve un computer se non siamo capaci di parlare con le persone? Di sentirle, di viverle? Come per la musica: imparata dai cd, senza averla studiata, schifando (un tempo) la musica classica, quella che ha portato a ciò che abbiamo oggi. Strana evoluzione. Sembra, come per altre cose, che ad un certo stadio del progresso, ci dimentichiamo di tutto quello che c'è stato prima. Ed è la verità.

Carmelo Bene. Dovevo fare teatro.


Mattia Nudeln

e la birra che ha fatto effetto.

E quelli di sopra che fanno un gran casino.

Ho dei momenti (incredibile, ma vero) di odio verso la società.

Notte.

giovedì 8 aprile 2010

Non piangere salame

È incredibile come tutto mi faccia incazzare, a un certo punto. Posso ritrovarmi a odiare la tecnologia da un momento all'altro. Cerco di andare a letto e sento la televisione di là, mio babbo che l'ascolta, possibile che non senta niente e quindi la deve tenere altissima? Forse è anche il fatto che sta casa fatta negli anni Sessanta ha le pareti spesse come un foglio di carta. È il bello di vivere nelle case popolari. In più il mio vicino di casa, ragazzetto diciassettenne che rappa fino all'una di notte.
Mi sento scoppiare. Il mio livello di sopportazione è veramente basso in questi momenti.

Così ho acceso la luce, ho acceso il computer, mi sono cancellato da Facebook, anche se tanto potrò tornare quando mi pare, grazie a quel sito infernale. Mi sono morso un dito per il nervoso, non so se e quando mi addormenterò e domattina mi sarei dovuto svegliare alle sette per andare a fare le analisi del sangue.

Vaffanculo.

A tutto. Non andrò a fare ste analisi, amen.

E anche oggi. Quando mi hanno detto di no. Tanto me lo aspettavo, ma che rottura di cazzo. Cominciamo bene. Pensando alla fine dei miei studi e a quello che ci sarà dopo mi fa sprofondare nel baratro dell'incertezza, facendomi collegare pensieri più disparati: finirò l'università -> devo fare un tirocinio prima di finire -> molti tirocini non vengono pagati -> io sono un poveraccio -> come faccio a mantenermi in un'altra città? -> cosa mi lega a questa città? -> e se i miei stanno male e devo rimanere qui? -> e se capita qualche cos'altro? -> e se non trovo un lavoro? -> e se rimango poveraccio? -> e se devo tornare a fare l'elettricista? -> cazzo. -> no, l'elettricista a Forlì no. -> a Forlì no. -> devo scappare. -> io scappo, lo dico anche ai miei, non posso stare qui, devo costruire la mia vita. -> viaggiare. -> non sempre. -> vorrei stabilità, ma ho bisogno di un periodo di assestamento. -> lavoro. -> famiglia, perchè no? -> calda, accogliente. -> adesso sono solo come un cane. -> odio questa situazione, a mezzo, si, no, si, no, si, no, si, no. -> NO NO NO NO NO -> assolutamente no. -> -> -> -> -> devo andarmene.

Spero di riuscire a dormire dopo questo sfogo da marmocchio.

domenica 22 novembre 2009

Qi Gong




Improvvisamente sono un gigante. Altissimo. La mia mano è grande come una città.
Come se mi fossi risvegliato da un lungo sonno.
Il sole brilla alto, un po' di nuvole navigano intorno alle mie ginocchia. Non sento rumori tranne qualche formica volante che gli altri chiamano "aereo".
Solo tanta puzza. Tantissima. Mi fa venire in mente perchè sono lì, qual'è il mio compito.
Solo allora comincio il mio lavoro. Per fortuna ho già messo da parte gli animali... un lavoraccio.
Ora passo alla seconda parte: parto dall'Italia, la mia casa, la mia terra. Già... terra... comincio da Forlì.
La mia mano affonda nel terreno, cinque, dieci chilometri, a occhio. Ora passo sotto alla città, la sollevo e comincio a piegarla.
Sento qualche scricchiolìo, dev'essere tutto quel cemento. Quando sono riuscito a ridurla a una pallina mi allungo verso sud, verso Napoli, scoperchio il Vesuvio e gli butto dentro la pallina. Il magma la assorbe, sprofonda e diventa liquido fosforescente. Ora passo a Forlimpopoli.
Verso sera sono riuscito a sradicare tutta l'Eurasia. Il lavoro è lungo, ma per fortuna non ho problemi di luce, quindi vado avanti anche di notte, cambiando emisfero. L'indomani ho pulito tutto il globo.
Rimetto a posto gli animali e me ne vado a dormire soddisfatto.
Ora il mondo può riscrescere.

domenica 6 settembre 2009

Diffondiamo la cultura


















Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna :
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
Che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
Che se regge co’ le zeppe,
co’ le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.

Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili…

Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza…
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.

Ché quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe’ li ladri de le Borse.

Fa’ la ninna, cocco bello,
finché dura ‘sto macello:
fa’ la ninna, ché domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So’ cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.

E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe’ quer popolo cojone

risparmiato dar cannone!

Trilussa - Ninna nanna de la guera