sabato 30 aprile 2011

Memorie dall'oceano


"Vedere" la vita.

Starmene davanti a uno schermo a guardare immagini di una vita vissuta da qualcun altro, una vita alla quale non posso partecipare, ma che vedo, come quasi fossi una presenza irreale, un'evanescenza, un fantasma.

Toccare senza le mani, annusare senza il naso, udire senza le orecchie, gustare senza la bocca. Solo guardare e parlare.

Ci sono e non ci sono allo stesso tempo, vedere e non partecipare, come uno spettatore in un teatro, un protagonista sul palco al quale manca un interlocutore, esiste solo il gobbo, il quale suggerisce le battute a un attore che non c'è; e lo spettatore vorrebbe prestare il suo corpo per sopperire alla mancanza fisica dell'altro su quel palco, ma non lo può fare. L'impotenza dello spettatore.

E continuo a pensare, come sarebbe, vorrei essere parte di quella recita, come sarebbe, poter toccare, annusare, assaporare, come sarebbe, "SE".

Solo pochi attimi d'incostanza.

Tutto ciò è Skype.