domenica 22 novembre 2009

Qi Gong




Improvvisamente sono un gigante. Altissimo. La mia mano è grande come una città.
Come se mi fossi risvegliato da un lungo sonno.
Il sole brilla alto, un po' di nuvole navigano intorno alle mie ginocchia. Non sento rumori tranne qualche formica volante che gli altri chiamano "aereo".
Solo tanta puzza. Tantissima. Mi fa venire in mente perchè sono lì, qual'è il mio compito.
Solo allora comincio il mio lavoro. Per fortuna ho già messo da parte gli animali... un lavoraccio.
Ora passo alla seconda parte: parto dall'Italia, la mia casa, la mia terra. Già... terra... comincio da Forlì.
La mia mano affonda nel terreno, cinque, dieci chilometri, a occhio. Ora passo sotto alla città, la sollevo e comincio a piegarla.
Sento qualche scricchiolìo, dev'essere tutto quel cemento. Quando sono riuscito a ridurla a una pallina mi allungo verso sud, verso Napoli, scoperchio il Vesuvio e gli butto dentro la pallina. Il magma la assorbe, sprofonda e diventa liquido fosforescente. Ora passo a Forlimpopoli.
Verso sera sono riuscito a sradicare tutta l'Eurasia. Il lavoro è lungo, ma per fortuna non ho problemi di luce, quindi vado avanti anche di notte, cambiando emisfero. L'indomani ho pulito tutto il globo.
Rimetto a posto gli animali e me ne vado a dormire soddisfatto.
Ora il mondo può riscrescere.

domenica 6 settembre 2009

Diffondiamo la cultura


















Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna :
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
Che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
Che se regge co’ le zeppe,
co’ le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.

Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili…

Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza…
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.

Ché quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe’ li ladri de le Borse.

Fa’ la ninna, cocco bello,
finché dura ‘sto macello:
fa’ la ninna, ché domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So’ cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.

E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe’ quer popolo cojone

risparmiato dar cannone!

Trilussa - Ninna nanna de la guera